TFR
Il trattamento di fine rapporto (TFR), conosciuto anche come "liquidazione" o "buonuscita" è una porzione di retribuzione al lavoratore subordinato differita alla cessazione del rapporto di lavoro, effettuata da parte del datore di lavoro.
Il TFR si determina calcolando, per ciascun anno di servizio, un importo pari, e comunque non superiore, all’entità della retribuzione lorda dovuta per ogni annualità, divisa per il parametro fisso 13,5. La quota rappresenta quindi il 7,41% della retribuzione (precisamente il 6,91% corrisposto all’ex dipendente più lo 0,50% corrisposto all’Inps)
Tale importo viene rivalutato, su base composta, al 31 Dicembre di ogni anno, di una percentuale costituita dall’1,5% in misura fissa e dal 75% dell’aumento dell’indice Istat dei prezzi al consumo.
Gli elementi che concorrono alla formazione del TFR sono numerosi e vanno dallo stipendio base alle indennità di funzione comprendendo, in via generale, tutti i compensi a carattere continuativo.
Il TFR è una indennità riservata ai lavoratori dipendenti del settore privato.
Il TFR è una indennità che sfugge alla tassazione ordinaria per rientrare in una procedura di tassazione separata, espressamente elaborata per tale tipo di indennità e per indennità equipollenti.
COSA PUO' SCEGLIERE IL LAVORATORE |
La destinazione del TFR parte da una scelta iniziale del lavoratore sul conferimento o meno degli accantonamenti ad un fondo che li gestisca e fornisca una serie di servizi e prestazioni.
In base alla tipologia, alla grandezza ed al settore dell'azienda, le possibilità sono definite e regolamentate: in ultima istanza - in base allo spirito che guida il dlgs 252/05, cioè la formazione e la crescita del secondo pilastro della Previdenza - è il lavoratore che è chiamato a scegliere una delle strade possibili da percorrere.
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Schema destinazione TFR